lunedì 11 febbraio 2008

LEA e GERALDINA

Geraldina si svegliò presto, come ogni mattina, per andare a scuola. Dopo essersi stiracchiata si alzò e si preparò mettendosi il solito vestitino rosso. Fece colazione, salutò con un bacio affettuoso la sua mamma e si avviò lungo il sentiero alberato che congiungeva, con un breve tragitto, il villaggio alla scuola.
La mamma la seguì con lo sguardo, fino a quando la rossa figuretta non svanì dalla sua vista. Geraldina camminava spedita, ogni tanto saltellava e prendeva a calci i sassolini. Vicino ad un cespuglio sentì però dei rumori, come se qualcosa si muovesse in mezzo alle foglie.
Incuriosita si avvicinò e vide una piccola cornacchia che sbattendo le ali cercava di districarsi dai cespugli contorti. Delicatamente la prese e la posò sul sentiero. Dopo essersi accertata che l'animaletto non si fosse fatto male si allontanò. Improvvisamente una voce gracchiante le disse:"Grazie! Per favore però non lasciarmi qui!" Geraldina si girò perplessa e vide la cornacchia che la seguiva e parlava proprio con lei. "Sei tu che parli?" disse la bambina. "Certo! Chi vuoi che sia?" rispose la cornacchia. Geraldina perplessa la guardò senza profferire parola e la cornacchia seccata continuò:"Senti, smettila di fissarmi. Tutti gli animali parlano, ma solo alcuni umani possono capirli. Tu mi capisci! Che c'è di strano? Ora per favore portami con te. Mi sono smarrita, sono sola ed ho bisogno di amici."
Geraldina, un pò titubante, la sollevò e la mise dentro la borsa piena di libri dicendole:"Senti, io vado a scuola. Tu resta tranquilla dentro la borsa così la mia maestra non ti manderà via. In questo modo potrò sempre portarti con me." "Evviva!" rispose la cornacchia. Dopo qualche minuto di silenzio disse :"Mi chiamo Lea e tu?" La bambina rispose :"Geraldina."
Insieme arrivarono a scuola. Geraldina si sedette nel suo solito posto e Lea rimase dentro la borsa semiaperta. La bambina quel giorno seguì la lezione con maggior attenzione del solito perchè non voleva essere rimproverata dalla maestra e fare una figuraccia con Lea. Era infatti sua abitudine distrarsi durante le lezioni e mettersi a sognare ad occhi aperti.
Passarono i giorni e le settimane, Lea aveva imparato a leggere ed a scrivere con il becco e Geraldina era diventata una alunna curiosa e studiosa. Facevano insieme i compiti. Lea era brava in matematica ed aveva insegnato a Geraldina a risolvere velocemente i problemi con l'aiuto dei pinoli e dei bastoncini di legno. Geraldina leggeva invece le poesie così bene che spesso Lea si commuoveva ed i suoi occhietti vivaci si riempivano di lacrime.
La strana coppia si divertiva insieme agli altri bambini ad inventare nuovi giochi e le giornate trascorrevano veloci e serene.
Un giorno Geraldina non trovò Lea. Dovevano recarsi insieme a scuola, ma di Lea nessuna traccia. Dove era finita quella benedetta cornacchia? Lo sapeva che dovevano uscire insieme... Preoccupata si avviò lungo il sentiero, ma di Lea nessuna traccia...
Si senti chiamare:"Geraldina! Geraldinaaa!"
Era Lea! La bambina si voltò felice e vide la sua piccola amica insieme ad altre due cornacchie.
"Geraldina, ti presento i miei genitori. Finalmente mi hanno ritrovata!"
Geraldina salutò educatamente ma in cuor suo si sentì morire. Lea sarebbe andata via con i suoi genitori e lei avrebbe perso la sua piccola amica. Che tristezza! Subito pensò che non era giusto... poi si sentì un pò egoista per averlo pensato... dopo rimase solo frastornata.
"Geraldina, Geraldina, si può sapere cosa hai?" chiese Lea, che aveva percepito la tristezza della bambina. Geraldina non rispose ma sospirò in modo eloquente. Allora Lea le chiese :"Possiamo restare con te? Anche tu fai parte della mia famiglia. Costruiremo il nido accanto alla tua casa ed io e te continueremo ad andare a scuola. Gli amici sono importanti e tu per me lo sei davvero!"
La famiglia di cornacchie restò per sempre con Geraldina.
Adima Gabriela