venerdì 25 aprile 2008

PIEDI, PIEDINI, PIEDONI


La giornata primaverile era calda e soleggiata. Rachele decise di raggiungere le sue amiche sulla spiaggia per trascorrere una giornata all'aperto, all'insegna dei giochi.
Arrivò di corsa sulla spiaggia, buttò le sue scarpe accanto ad un cespuglio ed assaporando il contatto della sabbia sui piedi nudi, giocò a lungo con le sue amiche.
Alla fine, stanca per le continue corse, decise di rientrare a casa. Cercò le sue scarpette ma non le vide. Preoccupata di dover camminare scalza le cercò con una certa apprensione ma non le trovò da nessuna parte. Si guardò attorno ed alla fine le vide...camminavano da sole!
Con un balzo le afferrò ma le scarpe non camminavano da sole...dentro c'era un piccolo gnometto che, spaventato, le morse un dito. "Ahi! Oltre che un ladro sei anche violento!"disse Rachele. Lo tenne stretto e le scarpe caddero sulla sabbia facendo intravedere due piedoni sproporzionati per la piccola statura dello gnometto.
"Ma cosa...?"disse Rachele stupita. Lo gnometto, vergognandosi, finalmente rispose:"Ho i piedi come i tuoi, ma sono alto quanto uno scoiattolo. Non ho delle scarpe adatte ed ho preso in prestito le tue. Scusami".
Rachele capì il disagio dell'omino e dolcemente gli disse:"Non preoccuparti. Ora però puoi spiegarmi l'origine di queste...ehmm...scialuppe?
L'omino, non senza difficoltà, spiegò che non si ricordava più dove aveva lasciato la scopa magica della strega Lucilla e questa, indispettita, aveva deciso di fargli crescere i piedoni con l'intento di farlo camminare scalzo. L'incantesimo avrebbe avuto fine solo dopo il ritrovamento della scopa. Rachele si impietosì e decise di aiutare il buffo omino, non solo per riavere le sue scarpe, ma per solidarietà nei suoi confronti. Era una bambina generosa, sempre pronta ad aiutare i più deboli. L'unico problema era quello che non aveva la minima idea di dove fosse la scopa magica. Rachele parlò a lungo con lo gnometto e si fece spiegare, in modo dettagliato, tutti i suoi movimenti precedenti , così da fare a ritroso il percorso che forse avrebbe fatto ritrovare la scopa.
Con lo gnometto rifece tutta la strada, dalla spiaggia al boschetto, fino alla grossa quercia. Niente!
L'omino era in piena crisi, andava avanti ed indietro in modo buffo, dondolandosi sui piedoni. Spesso inciampava. Cercava con tutte le sue forze di ricordarsi dove avesse appoggiato la scopa magica finchè, ad un certo punto, scoppiò a ridere...Rachele lo guardò perplessa ...Era forse impazzito? L'omino continuava a ridere steso sull'erba: si teneva la pancia e scalciava in aria con i piedoni. Quando finì disse:"La scopa l'ho lasciata nella legnaia perchè volevo spazzare il pavimento prima di sistemare gli altri pezzetti di legno. I miei amici mi hanno chiamato ed io mi sono completamente scordato della scopa. Il percorso a ritroso mi ha veramente aiutato. D'ora in poi lo farò sempre quando la memoria mi tradirà. Ora chiamiamo la strega. Lei ci sente benissimo anche quando non è nei paraggi.
Chiamarono, chiamarono...fino a sgolarsi. Finalmente la strega Lucilla arrivò trasportata da un nero uccellaccio. Quest'ultimo, senza tanti complimenti, la scaraventò per terra. La strega lo chiamò bestiaccia e lo guardò con rabbia. Da quando quell'uccellaccio le dava dei passaggi il suo fondoschiena era sempre dolorante e pieno di lividi...
Senza un minimo di grazia si riprese la scopa e bofonchiando strane formule, liberò lo gnometto dall'incantesimo. Gli regalò anche un paio di scarpine... vecchie chiaramente! Finalmente salì sulla scopa e sparì dall'orizzonte.
Rachele, soddisfatta, saluto lo gnometto con un sonoro bacio sulla guancia minuta, si infilò le sue scarpe e ritornò a casa.
Che strana giornata! Da non dimenticare.
Adima Gabriela