sabato 15 dicembre 2007

BUON NATALE

L'abete viveva da tanti anni nel boschetto di fronte alla bellissima casa. Conosceva bene tutti i suoi abitanti, soprattutto il pestifero e capriccioso bambino che, con le sue urla, faceva sobbalzare tutti gli animaletti del bosco.
Adesso che si avvicinava il Natale il bimbo era ancora più capriccioso e pretendeva dai suoi genitori, che purtroppo l'assecondavano continuamente, regali strani e costosi, a volte introvabili. Babbo Natale, ormai da qualche anno, si rifiutava di portarglieli, stanco delle sue continue pretese.
Orbene, l'abete assisteva continuamente a tali scene, ma mai e poi mai avrebbe immaginato cosa sarebbe accaduto in seguito.
Una fredda ma luminosa mattina , il bimbo, insieme al padre, si avvicinò all'abete e disse:"Voglio questo! Sarà un bellissimo albero di Natale!"
L'abete si sentì accapponare la pelle (si fa per dire!) e pensò che per lui era finita! Poi ebbe un rigurgito d'orgoglio e pensò:"Venderò cara la pelle! Non finirò in una stanza senza radici. Che fine faranno gli uccellini e gli scoiattoli?"
Quando il bambino si allontanò con il padre l'abete chiamò a raccolta tutti i suoi piccoli inquilini deciso a non arrendersi .
L'indomani il padre del bimbo, accompagnato da quest'ultimo, arrivò con una sega per tagliare l'abete. Appena si accostò partì una gragnuola di pigne ed una colpì il bambino che disse:"Ahi! mi fai male!" L'abete a sua volta rispose:"Anche tu! Immagina un pò quanto me ne farai quando mi farai tagliare tutte le radici!"
Insomma, il padre, per evitare la gragnuola di pigne non riuscì a tagliare l'albero. Così anche il giorno dopo e l'altro ancora. Lui ed il bimbo venivano continuamente centrati, l'abete opponeva una strenua resistenza, aiutato anche dagli animaletti del bosco, alla violenza che il bambino capriccioso voleva infliggergli. Ma le pigne finirono ed arrivò praticamente il suo ultimo giorno. Gli animaletti disperati si arresero e l'abete pure. Si sentiva stanco, ormai il suo destino era segnato.
La vigilia di Natale il bimbo arrivò con il padre. Stranamente non saltellava, sembrava un pò mogio e quando il padre appoggiò la sega sul tronco dell'albero scoppiò in lacrime e gridò di non tagliare più l'abete. Sempre piangendo abbracciò il tronco e spiegò che lui desiderava vedere l'abete ogni mattina, sentire il canto degli uccellini ed osservare gli scoiattoli rincorrersi.
Il padre capì di aver sbagliato ad assecondare i capricci del figlio e pensò che d'ora in poi avrebbe parlato con lui più spesso invece di pensare solo al suo lavoro.
E l'abete? Rimase nel suo boschetto e per Natale fu decorato con fili argentati e palline colorate mentre gli animaletti felici si rincorrevano giocando a nascondino.
BUON NATALE!
Adima Gabriela

mercoledì 5 dicembre 2007

IL TEMPO TRASCORSO


Le due ragazze camminavano sulla spiaggia calda e soleggiata. L'acqua del mare lambiva i loro piedi e le loro gambe: era fresca e piacevole. Le ragazze portavano in perfetto equilibrio sul loro capo i cesti colmi d frutta colorata. Volevano offrirli al vecchio abitante dell'isola che viveva in una capanna oltre le verdi colline. L'uomo viveva isolato per sua scelta, era molto vecchio e rugoso, nessuno sapeva quanti anni avesse. Era però saggio e semplice e non disdegnava le offerte di cibo e bevande. Dopo un bel pò di tempo arrivarono vicino alle colline e si resero conto che nell'aria c'era qualcosa di strano come se tutto si fosse fermato: nessuna foglia si muoveva e nessun uccellino cinguettava. Le due ragazze si resero conto che anche i loro movimenti diventavano sempre più lenti e faticosi...ma cosa stava accadendo? Si guardarono stupite ed un pò preoccupate e quasi senza rendersene conto si trovarono di fronte alla capanna. Seppur incuriosite non sapevano cosa fare... Pian piano, cigolando, si aprì una porticina dalla quale uscì un vecchio rugoso come una tartaruga e malfermo sulle gambe : i suoi occhi erano luminosi come stelle e la sua bocca sorrideva.
"Chi sei?" chiesero le due ragazze. "Sono il tempo trascorso"rispose il vecchio e tirò fuori da sotto il suo ampio abito uno specchio. "Guardatevi!" disse rivolto alle fanciulle.
Lo specchio rifletteva però l'immagine di due donne vecchie...ma dove era finita la loro gioventù?
Una delle fanciulle riconobbe nella immagine riflessa se stessa e perplessa guardò il vecchio. Lui fece finta di niente ma ella sempre più preoccupata pensò che la sua vita si era praticamente conclusa. Pensò ai suoi genitori, agli amici ...quante cose non dette e non fatte! Quanto tempo sprecato nella ricerca delle cose inutili...doveva tornare indietro e spiegare a tutte le persone care che per lei loro erano sempre stati importanti. Anche l'altra ragazza pensò le stesse cose e guardò il vecchio facendo trapelare tutta la sua angoscia. Pensò che la sua unica preoccupazione era sempre stata quella di essere la più bella del villaggio, non aveva mai rivolto un sorriso o una parola gentile alle altre ragazze...ed ora era solo una donna vecchia, rugosa e sola.
Dopo un lasso di tempo, che parve alle due fanciulle interminabile, il vecchio dagli occhi splendenti disse:"Non preoccupatevi, avete solo superato il confine del tempo ma entro breve ritornerete come prima. Ora siete due ragazze spensierate ma da grandi potreste perdere la vostra serenità se darete importanza solo alle cose futili. Date un senso alla vostra vita, preoccupatevi di essere oneste e leali altrimenti arriverete alla vecchiaia stanche e tristi senza il conforto delle persone care.
Dopo si avvicinò ad ambedue , le guardò intensamente e scomparve.
Le due fanciulle tornarono lentamente indietro e man mano acquistarono la loro energia e gioventù. Si sentivano profondamente cambiate. Adesso esistevano anche gli altri .
Adima Gabriela