martedì 25 settembre 2007

CHIACCHIERE...CHE PASSIONE!


La bianca casetta era immersa nel verde bosco. Da anni gli abitanti del villaggio ne conoscevano l'esistenza ma nessuno aveva mai compreso chi l'abitasse. D'inverno il comignolo fumava ma degli inquilini nemmeno l'ombra. Così gli abitanti del villaggio avevano iniziato a fantasticare e le chiacchiere si sprecavano. Le vecchie comari non avevano più freni: parlavano tra loro di fantasmi, di mostri ...e più parlavano più si convincevano della loro esistenza!
Alla fine tutti gli abitanti quando passavano nel bosco e vedevano in lontananza la casetta acceleravano il passo provando dei piccoli brividi di terrore. I bambini, intimoriti dalle continue raccomandazioni dei grandi, non giocavano più nel boschetto, privandosi della bellezza di quel luogo.
Un giorno due ragazzi, stanchi delle continue chiacchiere degli adulti, decisero di andare a giocare proprio nel boschetto: la giornata era soleggiata e luminosa ed in lontananza si vedeva la casetta bianca...Si misero a giocare con il pallone sentendosi felici e finalmente liberi di muoversi. Ma i palloni si sa volano lontano se colpiti con forza... e così i ragazzi si ritrovarono senza volerlo accanto alla mitica casetta bianca!
Si guardarono intorno un pò timorosi temendo di essere assaliti improvvisamente da chissà quale mostruosa creatura...ma nulla accadde!
Girarono pian piano intorno alla casetta, notarono che aveva le finestre semichiuse e che dall'interno proveniva un buon odorino di dolci...
"Salve ragazzi! Finalmente vedo qualcuno!" I due ragazzi spaventati fecero un salto...si girarono al suono della voce ma non videro nessuno.
"Sono qui, guardate giù, in mezzo all'erba!"
I due ragazzi abbassarono il capo e videro un omino piccino, un nanetto grazioso con un buffo capellino nero immerso nell'erba del prato. Anche l'omino li guardava incuriosito e sembrava quasi felice di vederli. Non aveva i dentoni di un mostro, non sembrava un fantasma ....era solo basso di statura. I ragazzi gli chiesero chi fosse e da quanto tempo abitasse nella casetta bianca. L'omino non si fece pregare e parlò ininterrottamente per ore. Spiegò che la sua famiglia viveva in quella casa da molte generazioni ma essendo dei nanetti nessuno riusciva a vederli. Spesso l'erba del bosco era più alta di loro. Dopo li fece entrare nella casetta dove la piccola moglie stava sfornando una torta profumata circondata da due piccoli bimbi.
I ragazzi trascorsero una giornata allegra, risero, scherzarono e mangiarono. Quando si accomiatarono il piccolo omino disse ridendo:"La prossima volta quando verrete a trovarmi sarete sicuramente più tranquilli. Dite agli abitanti del villaggio che nessun mostro vi ha divorato"!.
I due ragazzi fecero ritorno al villaggio con la consapevolezza che le chiacchiere sono come le ciliegie : una tira l'altra, solo che le chiacchiere diventano sempre più grandi, le ciliegie purtroppo no! Raccontarono l'accaduto ai loro genitori e fecero capire agli abitanti del villaggio che i mostri esistevano solamente nella loro lingua lunga. Gli abitanti capirono la lezione, ripresero a frequentare il bosco e col tempo diventarono amici dei nanetti.
Adima Gabriela

giovedì 6 settembre 2007

LA PAURA FA NOVANTA


L'Elefante sognava continuamente di ballare al suono di chitarre, tamburi e trombe...sognava...e basta!
La sua mente era sempre in fermento ma in realtà era così pigro e grasso da non riuscire più a muoversi! Più erano sgraziati i suoi movimenti e più lui sognava ad occhi aperti di danzare, lieve come una libellula, con i suoi ritmi musicali preferiti: rock and roll, flamenco, tango ...e chi più ne ha più ne metta!
Un giorno il Coccodrillo, stufo di vederlo con gli occhi sempre imbambolati gli disse:"Smetti di sognare ad occhi aperti e datti da fare! Lo sai che anche i grassi possono ballare se si esercitano?Perchè non fai un pò di ginnastica visto che più che un elefante sembri una montagna di lardo?"
L'Elefante, un pò giù di corda, non rispose, pensando che il Coccodrillo aveva la capacità di rendere tutto troppo facile. Sbuffando a più non posso pensò che il suo sogno non si sarebbe mai avverato....e per consolarsi si mangiò mezza giungla!
Il Coccodrillo, sempre più stufo, chiamò sommessamente il brutto, peloso e puzzolente Topo Nero e si mise a confabulare con lui, ma solo dopo avergli promesso che non l'avrebbe divorato!
L'Elefante aveva infatti paura del Topo Nero e per tale motivo il Coccodrillo pensava che l'unico sistema per farlo dimagrire e fargli realizzare il suo sogno era quello di farlo correre! A volte la paura fa novanta!
Il Topo Nero, a sua volta, si sentiva molto importante per aver ricevuto tale incarico oltre a divertirsi al pensiero di "allenare" l'Elefante . Inoltre il Coccodrillo gli aveva assicurato che non avrebbe più cercato di mangiarlo!
Il giorno successivo, mentre l'Elefante era immerso nei suoi soliti pensieri ballerini, il Topo si avvicinò a lui sfacciatamente, restando in attesa di una sua reazione...che, come immaginato, non si fece attendere! Il bestione, trasecolato, con un balzo (si fa per dire), iniziò ad indietreggiare e mentre il Topo avanzava non ebbe altra scelta che quella di mettersi a correre pur di non vedere quella bestiaccia pelosa.
Ma il Topo gli stette dietro tenacemente. L'Elefante correva scompostamente facendo rimbombare la giungla, ma il Topo non demordeva. Quando l'Elefante, dopo aver corso per ore, si fermò, era così sfinito che mangiò come un uccellino e dormì come un ghiro.
La stessa scena si ripetè il giorno dopo e proseguì così per un bel pò di tempo. L'Elefante oltre che stremato era infuriato, desiderava schiacciare quel topaccio con la sua zampa, ma la paura lo faceva desistere...finchè si rese conto che, proprio grazie alla nera bestiaccia, aveva perso un numero considerevole di chili. Tutto sommato il Topo Nero gli aveva reso un gran bel servizio!
Forse ora poteva danzare, si sentiva bello e pieno di energia! Mentre passeggiava nella giungla vide due uccelli colorati che fischiettavano e danzavano uno scatenato rock and roll. Si muovevano in perfetta sintonia ed erano così immersi nella danza da non accorgersi della sua presenza.
L'Elefante li guardò incantato ed improvvisamente, scordandosi della sua mole, seguì il ritmo della melodia. Le sue zampe si mossero ed insieme alle zampe tutto il suo corpo. Si sentiva lieve e felice! Aveva realizzato il suo sogno e non aveva più nessuna intenzione di rinunciarvi.
Il Topo Nero, sparito definitivamente dalla vita dell'elefante, dopo essersi montato la testa, decise di allenare una squadra di topacci neri per le prossime olimpiadi della giungla.
Adima Gabriela




L'UCCELLINO BILL


L'autrice di questa delicata storia è Veronica Serrano, una giovanissima amica che da grande vuole fare la scrittrice. Si ringrazia Veronica per il suo contributo.


Tanto tempo fa, in una regione lontana, nacque un piccolo uccellino che mamma tordo chiamò Bill; era un piccolo pulcino senza piume, con tanta voglia di esplorare il mondo, così un giorno si spinse fuori dal nido, per vedere cosa c'era al di là della sua casetta.
Sporgendosi troppo cadde dall'albero su cui i suoi genitori avevano costruito il nido e si trovò in una immensa distesa d'erba. Il paesaggio gli piaceva:c'erano tantissimi fiori colorati che profumavano e ruscelli con acqua pulitissima che sgorgava da sorgenti nelle rocce.
Ma l'uccellino nonostante il bel paesaggio si sentiva completamente solo: gli mancavano la mamma ed il papà! Una rondine di passaggio vide piangere il piccolo Bill e quindi gli chiese:"Cosa c'è?" L'uccellino rispose:"Sono da solo, non so dove andare e non posso più tornare a casa!"
La rondine, che ebbe compassione di quell'esserino, decise di aiutarlo: lo caricò sulle sue spalle e cominciò a levarsi in volo, dopo poco.."Ecco il mio nido, la mia mamma...e il mio papà!!"
La rondine lasciò Bill dove lui le aveva indicato e se ne andò ringraziata da tutta la famiglia. Da quel giorno l'uccellino Bill non si sporse più dal suo nido se non dopo essere cresciuto ed aver imparato a volare.
Veronica