giovedì 6 settembre 2007

LA PAURA FA NOVANTA


L'Elefante sognava continuamente di ballare al suono di chitarre, tamburi e trombe...sognava...e basta!
La sua mente era sempre in fermento ma in realtà era così pigro e grasso da non riuscire più a muoversi! Più erano sgraziati i suoi movimenti e più lui sognava ad occhi aperti di danzare, lieve come una libellula, con i suoi ritmi musicali preferiti: rock and roll, flamenco, tango ...e chi più ne ha più ne metta!
Un giorno il Coccodrillo, stufo di vederlo con gli occhi sempre imbambolati gli disse:"Smetti di sognare ad occhi aperti e datti da fare! Lo sai che anche i grassi possono ballare se si esercitano?Perchè non fai un pò di ginnastica visto che più che un elefante sembri una montagna di lardo?"
L'Elefante, un pò giù di corda, non rispose, pensando che il Coccodrillo aveva la capacità di rendere tutto troppo facile. Sbuffando a più non posso pensò che il suo sogno non si sarebbe mai avverato....e per consolarsi si mangiò mezza giungla!
Il Coccodrillo, sempre più stufo, chiamò sommessamente il brutto, peloso e puzzolente Topo Nero e si mise a confabulare con lui, ma solo dopo avergli promesso che non l'avrebbe divorato!
L'Elefante aveva infatti paura del Topo Nero e per tale motivo il Coccodrillo pensava che l'unico sistema per farlo dimagrire e fargli realizzare il suo sogno era quello di farlo correre! A volte la paura fa novanta!
Il Topo Nero, a sua volta, si sentiva molto importante per aver ricevuto tale incarico oltre a divertirsi al pensiero di "allenare" l'Elefante . Inoltre il Coccodrillo gli aveva assicurato che non avrebbe più cercato di mangiarlo!
Il giorno successivo, mentre l'Elefante era immerso nei suoi soliti pensieri ballerini, il Topo si avvicinò a lui sfacciatamente, restando in attesa di una sua reazione...che, come immaginato, non si fece attendere! Il bestione, trasecolato, con un balzo (si fa per dire), iniziò ad indietreggiare e mentre il Topo avanzava non ebbe altra scelta che quella di mettersi a correre pur di non vedere quella bestiaccia pelosa.
Ma il Topo gli stette dietro tenacemente. L'Elefante correva scompostamente facendo rimbombare la giungla, ma il Topo non demordeva. Quando l'Elefante, dopo aver corso per ore, si fermò, era così sfinito che mangiò come un uccellino e dormì come un ghiro.
La stessa scena si ripetè il giorno dopo e proseguì così per un bel pò di tempo. L'Elefante oltre che stremato era infuriato, desiderava schiacciare quel topaccio con la sua zampa, ma la paura lo faceva desistere...finchè si rese conto che, proprio grazie alla nera bestiaccia, aveva perso un numero considerevole di chili. Tutto sommato il Topo Nero gli aveva reso un gran bel servizio!
Forse ora poteva danzare, si sentiva bello e pieno di energia! Mentre passeggiava nella giungla vide due uccelli colorati che fischiettavano e danzavano uno scatenato rock and roll. Si muovevano in perfetta sintonia ed erano così immersi nella danza da non accorgersi della sua presenza.
L'Elefante li guardò incantato ed improvvisamente, scordandosi della sua mole, seguì il ritmo della melodia. Le sue zampe si mossero ed insieme alle zampe tutto il suo corpo. Si sentiva lieve e felice! Aveva realizzato il suo sogno e non aveva più nessuna intenzione di rinunciarvi.
Il Topo Nero, sparito definitivamente dalla vita dell'elefante, dopo essersi montato la testa, decise di allenare una squadra di topacci neri per le prossime olimpiadi della giungla.
Adima Gabriela




3 commenti:

Natalino ha detto...

E'veramente un piacere dilettarsi a leggere le tue favole

Anonimo ha detto...

le tue favole sono splendide.
sono come te simpatiche, divertenti. sono rilassanti da leggere...e non solo per i bambini.

Anonimo ha detto...

e' un peccato che le vostre favole non si possano anche acquistare in libreria. nelle scuole materne sarebbero l'ideale anche per delle recite.
piercarla