L'inverno quell'anno continuava ad imperversare e così nebbia, pioggia, neve e vento gelido erano all'ordine del giorno. Ormai era già il tempo della primavera ma sembrava che il grande vecchio inverno non volesse più saperne di levare le tende. Le persone sospiravano, il sole era arrabbiato, i bambini guardavano tristemente il cielo chiusi nei loro appartamenti. Anche i fiori desideravano sbocciare e gli animali erano stanchi di dormire.
Ma come mai il grande vecchio non se ne andava via per far spazio alla primavera? Quest'ultima scalpitava. Profumata e ricoperta di fiori colorati, da giorni era pronta a fare un luminoso ingresso ma non riusciva a rompere la cappa invernale. In fin dei conti era il suo turno e per tale motivo fremeva indispettita. Se l'inverno non si voleva spostare ci avrebbe pensato lei a regolamentare i turni con quel rimbambito.
Ma intanto il tempo passava ed il 21 Marzo era già trascorso da un pezzo.
Un giorno la primavera, sempre più inviperita, visto che nulla era mutato, si armò di ombrello e cappotto e si recò nella casa che l'inverno occupava abusivamente.
Appena arrivata, senza bussare, spalancò la porta. La colpì un forte odore di muffa che contrastava con il delicato odore dei suoi fiori. Un pò al buio cercò tentoni l'inverno finchè intravide una figura rannicchiata su una vecchia poltrona. Era lui! Si accostò con intenzioni bellicose quando lo sentì tossire e starnutire. Era influenzato, ecco perchè non se ne andava via. Semplicemente non poteva! Decise di aiutarlo anche perchè vicino a lui sentiva già certi doloretti alle ossa...Gli preparò bevande calde, minestrine insipide, gli somministrò pozioni strane e disgustose e dopo alcuni giorni il vecchio finalmente guarì. Si alzò dalla poltrona, ringraziò con un mugugno la primavera e si allontanò avvolto nel suo pastrano umido e nevoso. Conciato così stupiva che non si fosse beccato una broncopolmonite.
Come il vecchio inverno uscì, seguito da una folata di vento gelido, la casa si riempì immediatamente di luce e tepore. La primavera rassettò tutto ed eliminò l'odore invernale spalancando le finestre.
Pian piano i fiori sbocciarono, gli animali si svegliarono dal loro letargo ed i bimbi riempirono i giardini con le loro grida festose. Il sole finalmente si rilassò. Era stufo di avere gli occhi coperti dalle nubi con il rischio di andare sempre a sbattere dappertutto. Si mise ad osservare tutto quel fermento, si tolse la sciarpa ed il cappello lanciandoli per aria e stiracchiò pigramente i suoi raggi luminosi.
Adima Gabriela
Ma come mai il grande vecchio non se ne andava via per far spazio alla primavera? Quest'ultima scalpitava. Profumata e ricoperta di fiori colorati, da giorni era pronta a fare un luminoso ingresso ma non riusciva a rompere la cappa invernale. In fin dei conti era il suo turno e per tale motivo fremeva indispettita. Se l'inverno non si voleva spostare ci avrebbe pensato lei a regolamentare i turni con quel rimbambito.
Ma intanto il tempo passava ed il 21 Marzo era già trascorso da un pezzo.
Un giorno la primavera, sempre più inviperita, visto che nulla era mutato, si armò di ombrello e cappotto e si recò nella casa che l'inverno occupava abusivamente.
Appena arrivata, senza bussare, spalancò la porta. La colpì un forte odore di muffa che contrastava con il delicato odore dei suoi fiori. Un pò al buio cercò tentoni l'inverno finchè intravide una figura rannicchiata su una vecchia poltrona. Era lui! Si accostò con intenzioni bellicose quando lo sentì tossire e starnutire. Era influenzato, ecco perchè non se ne andava via. Semplicemente non poteva! Decise di aiutarlo anche perchè vicino a lui sentiva già certi doloretti alle ossa...Gli preparò bevande calde, minestrine insipide, gli somministrò pozioni strane e disgustose e dopo alcuni giorni il vecchio finalmente guarì. Si alzò dalla poltrona, ringraziò con un mugugno la primavera e si allontanò avvolto nel suo pastrano umido e nevoso. Conciato così stupiva che non si fosse beccato una broncopolmonite.
Come il vecchio inverno uscì, seguito da una folata di vento gelido, la casa si riempì immediatamente di luce e tepore. La primavera rassettò tutto ed eliminò l'odore invernale spalancando le finestre.
Pian piano i fiori sbocciarono, gli animali si svegliarono dal loro letargo ed i bimbi riempirono i giardini con le loro grida festose. Il sole finalmente si rilassò. Era stufo di avere gli occhi coperti dalle nubi con il rischio di andare sempre a sbattere dappertutto. Si mise ad osservare tutto quel fermento, si tolse la sciarpa ed il cappello lanciandoli per aria e stiracchiò pigramente i suoi raggi luminosi.
Adima Gabriela
3 commenti:
Scusi se mi intrometto.
Ho visto una bella immagine di cigno nero stilizzato.
Vorrei utilizzarlo come favicon nel mio sito web.
E' possibile?
Grazie mille!
pb
ops... il mio indirizzo mail è biffis@unive.it
Grazie mille!
pb
Bellaaaa
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