L'isola di Floralia si affacciava sul Mare Incantato. Era bellissima, i suoi fiori erano di mille colori ed il mare cristallino si infrangeva pigramente, con le sue onde, contro la spiaggia dorata.
Il cielo era sempre azzurro e tutti i giorni spirava una lieve brezza che rendeva piacevole la vita ai suoi abitanti. Questi ultimi vestivano con abiti colorati tanto da confondersi con i fiori. Erano persone semplici, serene e condividevano tra loro gioie e difficoltà. I bambini potevano giocare liberamente sulla spiaggia e rincorrersi nei prati immensi. Insomma Floralia era un'isola felice!
Il capo del villaggio era un uomo anziano e saggio e si preoccupava del benessere della sua gente.
Egli possedeva un segreto tramandatogli da suo padre: un amuleto ed un pugnetto di monetine d'oro che appartenevano ad uno sciamano e da lui lasciati sull'isola nella notte dei tempi.
L'amuleto serviva a far vivere serenamente gli abitanti dell'isola, proteggendoli dalla cattiveria e dall'invidia ed il pugnetto di monete, a far comprendere come la serenità fosse raggiungibile anche senza la ricchezza.
Un giorno, un uccello impiccione, mentre volava sopra l'isola, sentì il capo del villaggio che tramandava tale segreto al figlio primogenito; forse per il rumore delle onde o per le grida dei bambini che giocavano, l'uccello capì ben poco di quello che diceva il capo del villaggio, ma, in compenso, si convinse dell'esistenza un immenso tesoro.
L'uccello non era solo un impiccione ( spesso i difetti viaggiano in compagnia!), ma anche un grande pettegolo e pur di rendersi interessante agli altri uccelli, spifferò il segreto ad uno stormo che volava sull'isola. Questo, a sua volta, lo raccontò ad un altro stormo e così via... Ognuno aggiungeva in tale racconto nuovi particolari , finchè tutti, compresi i pesci, conobbero il "segreto dell'isola".
Un giorno a Floralia arrivarono dei brutti ceffi che, spaventando gli abitanti, pretendevano di sapere dove fosse nascosto il tesoro del capo villaggio.
Il vecchio saggio, preoccupato per l'incolumità dei suoi abitanti , prese l'amuleto ed il pugnetto di monetine per consegnarli, seppur con molta tristezza, ai brutti ceffi. Questi appena videro il "tesoro", convinti che il vecchio si stesse prendendo gioco di loro, minacciarono pesanti ritorsioni contro gli isolani .
Il vecchio, ormai disperato, non sapeva più cosa fare.....
Improvvisamente, l'amuleto che teneva tra le mani, divenne grande, sempre più grande, enorme... una massa verdastra vischiosa che simile alla tela di un ragno si avvolse intorno ai brutti ceffi sollevandoli in alto, sempre più...per farli poi ricadere pesantemente sull'erba!
Il cielo era sempre azzurro e tutti i giorni spirava una lieve brezza che rendeva piacevole la vita ai suoi abitanti. Questi ultimi vestivano con abiti colorati tanto da confondersi con i fiori. Erano persone semplici, serene e condividevano tra loro gioie e difficoltà. I bambini potevano giocare liberamente sulla spiaggia e rincorrersi nei prati immensi. Insomma Floralia era un'isola felice!
Il capo del villaggio era un uomo anziano e saggio e si preoccupava del benessere della sua gente.
Egli possedeva un segreto tramandatogli da suo padre: un amuleto ed un pugnetto di monetine d'oro che appartenevano ad uno sciamano e da lui lasciati sull'isola nella notte dei tempi.
L'amuleto serviva a far vivere serenamente gli abitanti dell'isola, proteggendoli dalla cattiveria e dall'invidia ed il pugnetto di monete, a far comprendere come la serenità fosse raggiungibile anche senza la ricchezza.
Un giorno, un uccello impiccione, mentre volava sopra l'isola, sentì il capo del villaggio che tramandava tale segreto al figlio primogenito; forse per il rumore delle onde o per le grida dei bambini che giocavano, l'uccello capì ben poco di quello che diceva il capo del villaggio, ma, in compenso, si convinse dell'esistenza un immenso tesoro.
L'uccello non era solo un impiccione ( spesso i difetti viaggiano in compagnia!), ma anche un grande pettegolo e pur di rendersi interessante agli altri uccelli, spifferò il segreto ad uno stormo che volava sull'isola. Questo, a sua volta, lo raccontò ad un altro stormo e così via... Ognuno aggiungeva in tale racconto nuovi particolari , finchè tutti, compresi i pesci, conobbero il "segreto dell'isola".
Un giorno a Floralia arrivarono dei brutti ceffi che, spaventando gli abitanti, pretendevano di sapere dove fosse nascosto il tesoro del capo villaggio.
Il vecchio saggio, preoccupato per l'incolumità dei suoi abitanti , prese l'amuleto ed il pugnetto di monetine per consegnarli, seppur con molta tristezza, ai brutti ceffi. Questi appena videro il "tesoro", convinti che il vecchio si stesse prendendo gioco di loro, minacciarono pesanti ritorsioni contro gli isolani .
Il vecchio, ormai disperato, non sapeva più cosa fare.....
Improvvisamente, l'amuleto che teneva tra le mani, divenne grande, sempre più grande, enorme... una massa verdastra vischiosa che simile alla tela di un ragno si avvolse intorno ai brutti ceffi sollevandoli in alto, sempre più...per farli poi ricadere pesantemente sull'erba!
La massa vischiosa era lo spirito dello sciamano che riposava da secoli dentro l'amuleto!
Terrorizzati, i brutti ceffi, persero la loro baldanza e scapparono come dei conigli a gambe levate, inseguiti dagli abitanti e da tutti gli animali dell'isola. I brutti ceffi salparono precipitosamente e si scordarono per sempre di Floralia.
Ah! Dimenticavo! Che fine fece l'uccello impiccione e pettegolo? Lo sciamano, prima di rientrare dentro l'amuleto, lo trasformò in una gallina muta e lo mise in un pollaio dove, pur sentendo i migliori segreti, non potè più spifferarli!
Terrorizzati, i brutti ceffi, persero la loro baldanza e scapparono come dei conigli a gambe levate, inseguiti dagli abitanti e da tutti gli animali dell'isola. I brutti ceffi salparono precipitosamente e si scordarono per sempre di Floralia.
Ah! Dimenticavo! Che fine fece l'uccello impiccione e pettegolo? Lo sciamano, prima di rientrare dentro l'amuleto, lo trasformò in una gallina muta e lo mise in un pollaio dove, pur sentendo i migliori segreti, non potè più spifferarli!
adima gabriela